GRAVIDANZA, USIC: “DA COMANDO GENERALE CARABINIERI CIRCOLARE DISCRIMINATORIA”
L’istituto dell’astensione obbligatoria per gravidanza ancora una volta pone il Comando Generale dell’Arma dei Carabinieri di fronte a comportamenti potenzialmente discriminatori. L’Ufficio Affari Giuridici e Condizione Militare, con la circolare del 20 maggio 2024 - ad integrazione della disciplina vigente e per le ipotesi di aspettativa per vari motivi”, dispone che nel caso di fruizione di benefici che comportino un’assenza continuativa dal servizio superiore a 60 giorni, il tesserino, l’arma in dotazione individuale e il relativo munizionamento vengano ritirati, a cura del superiore diretto. Questa misura, stando alla circolare, avrebbe carattere precauzionale, non solo nell’interesse dell’amministrazione ma anche a tutela del militare. Il documento, inoltre, stabilisce che al rientro il militare venga sottoposto a visita medica presso le Infermerie Presidiarie ai fini di verificare l’idoneità al servizio militare incondizionato. Nell’immediatezza della pubblicazione di questa circolare alcuni Comandanti hanno ritenuto necessario ritirare l’arma a colleghe in stato di gravidanza, nonostante non fossero trascorsi 60 giorni per l’istituto in questione denominato licenza per gravidanza o interdizione” ovvero astensione obbligatoria per gravidanza”. Si vuole ricordare che tali istituti non sono benefici e che non soddisfano i presupposti per l’applicazione di quanto previsto dalla circolare. L’astensione obbligatoria o l’interdizione per gravidanza deve necessariamente essere scorporata da qualsivoglia conteggio o valutazione, al fine di evitare discriminazioni di genere. Per arginare questa possibilità, la circolare necessita di integrazione per esplicitare la diversa natura del periodo di astensione obbligatoria per maternità”, evidenziando che è una licenza (denominata licenza straordinaria per congedo di maternità o interdizione), impedendo il mal governo dei militari donne da parte di sedicenti Comandanti. Per il Comando Generale è giunto il momento di confrontarsi e ascoltare i carabinieri donne, al fine di realizzare un ambiente meno discriminante e concretamente inclusivo che non si manifesti solo con l’utilizzo di immagini di militari donne o l’istituzione nominale di uffici e organi che soddisfano una necessità di salvaguardia dell’immagine dell’Arma, ma che operino e tutelino con fattiva funzionalità la differenza di genere da ogni comportamento discriminatorio. Confidiamo, dunque, in un iniziale e proficuo confronto con gli organi preposti al fine di valutare, con uno sguardo nuovo, la condizione dei militari donne nell’Arma. L’integrazione concreta delle donne nel mondo militare deve fare ancora molta strada e sicuramente deve partire dalla base e dall’ascolto delle esperienze delle stesse nel cuore della Benemerita”. Lo dichiara, in una nota, Gina Perotti, consigliere nazionale dell’Unione Sindacale Italiana Carabinieri (USIC), con delega alla parità di genere.